L'intelligenza artificiale (AI) sta rapidamente trasformando il modo in cui operiamo e prendiamo decisioni, non solo come strumento di supporto, ma come attore autonomo capace di pianificare, agire e decidere senza input continui da parte dell'utente. Questa evoluzione è esemplificata da Manus, un agente AI sviluppato in Cina, che rappresenta un passo significativo verso l'autonomia degli strumenti di intelligenza artificiale. A differenza dei Large Language Model (LLM) come ChatGPT di OpenAI o Gemini di Google, Manus è progettato per eseguire compiti complessi in modo autonomo, suddividendoli in sotto-attività, assegnandoli a moduli specializzati e gestendo l'intero processo senza supervisione diretta.
L'Architettura di Manus: Un Sistema Multi-Agente
Manus non è solo un agente AI, ma un sistema multi-agente altamente
specializzato. Questo significa che non opera come un unico modello
centralizzato, ma come una rete di agenti collaborativi, ciascuno con
competenze specifiche. Questi agenti sono capaci di suddividere un
compito complesso in sotto-attività, assegnarle a moduli dedicati e
orchestrare l'intero processo senza supervisione diretta dell'utente. Se
un LLM tradizionale eccelle nel generare risposte linguistiche
coerenti, Manus è progettato per prendere decisioni, adattarsi in tempo
reale al contesto e interagire con sistemi esterni per eseguire
operazioni avanzate.
Dal punto di vista tecnologico, Manus combina modelli open-source e
proprietari, tra cui Claude 3.5 Sonnet di Anthropic e varianti dei
modelli Qwen di Alibaba. Tuttavia, la vera innovazione sta nel modo in
cui questi modelli sono coordinati tra loro attraverso un sistema di
memoria contestuale e decision-making autonomo. Grazie all'integrazione
con 29 strumenti digitali al momento del lancio, Manus può eseguire
script, operare su API, navigare il web, raccogliere dati, analizzare
informazioni e implementare azioni concrete.
A differenza di altri agenti AI, che spesso necessitano di interazione
continua per funzionare correttamente, Manus opera in modalità asincrona
e persistente. L'utente può affidargli un compito e chiudere il
dispositivo: Manus continuerà a elaborare nel cloud, monitorando
autonomamente il progresso delle sue attività e notificando il risultato
una volta completato.
Un altro elemento distintivo è la sua capacità di ragionamento a più
livelli. Se gli si chiede, ad esempio, di trovare un appartamento in una
città, non si limita a restituire un elenco di annunci immobiliari come
farebbe un LLM con accesso a database, ma incrocia dati su criminalità,
infrastrutture, trasporti, prezzi di mercato e preferenze implicite
dell'utente. Questa capacità deriva, oltre all’accesso a dati esterni,
da un vero e proprio processo di selezione e ottimizzazione delle
informazioni, che porta a suggerimenti mirati e personalizzati.
Chi c'è dietro Manus?
Manus non è il risultato di un colosso tecnologico tradizionale, ma di
"Monica", una startup cinese con una traiettoria atipica rispetto alle
aziende di Pechino o Shenzhen. Monica, fondata nel 2022, ha iniziato
come un semplice plug-in per browser – una sorta di "ChatGPT per Google"
– prima di evolversi in un agente AI avanzato. La crescita dell'azienda
è stata rapida, passando da un piccolo progetto finanziato da ZhenFund a
una società che ha attratto investimenti da giganti come Tencent e
Sequoia Capital China, raggiungendo un valore stimato di quasi 100
milioni di dollari alla fine del 2024.
A guidare questa trasformazione è il fondatore e CEO Xiao Hong, un
imprenditore pragmatico, più interessato alla scalabilità del business
che alla ricerca pura sull'intelligenza artificiale. Xiao ha iniziato la
sua carriera sviluppando strumenti per WeChat, ottenendo il suo primo
successo con Weiban Assistant, un tool di gestione per aziende che ha
guadagnato rapidamente popolarità dopo la chiusura del suo principale
concorrente nel 2020. Dopo la vendita di Weiban a Minglue Technology,
Xiao ha deciso di puntare sull'AI, fondando Monica con un approccio
focalizzato sul product-market fit, piuttosto che sull’inseguire lo
sviluppo di modelli fondamentali.
A differenza di altre aziende AI cinesi, Monica non si è focalizzata sul
mercato interno, scegliendo invece una strategia orientata all'estero.
Come ha dichiarato lo stesso Xiao: "Gli imprenditori cinesi di oggi
dovrebbero essere più aggressivi nella globalizzazione. Dobbiamo
partecipare alla competizione globale, non solo a quella che conosciamo
bene." Xiao Hong ha chiarito che questa scelta è stata dettata sia da
motivazioni economiche sia geopolitiche: il mercato AI occidentale è più
ampio e più redditizio, mentre la Cina tenderebbe a favorire solo
aziende selezionate per l'addestramento di LLM su larga scala. Manus,
infatti, non si posiziona come concorrente diretto di OpenAI o Google
sul piano dei modelli, ma come un wrapper altamente ottimizzato per
integrare e orchestrare le capacità di diversi modelli esistenti.
Xiao ha dichiarato apertamente che il suo obiettivo non è contribuire al
progresso dell'AI, bensì costruire un prodotto commerciale scalabile e
in grado di monetizzare dati e insight provenienti dall'interazione
degli utenti. Questo spiega la scelta di un lancio su invito con codici
di accesso venduti a prezzi esorbitanti, una strategia che ha generato
un forte effetto di esclusività e hype mediatico. A differenza di
aziende come DeepSeek, il cui discorso è ancora legato alla competizione
nazionale per la supremazia nell'AI, Manus rappresenta un modello di
imprenditoria più flessibile e meno ideologizzato, focalizzato sulla
scalabilità e sull'adattamento alle richieste globali.
Perché la Cina è in prima linea in questa evoluzione dell'AI?
Al di là delle intenzioni del fondatore, Manus è un altro prodotto di
successo nato dall'ecosistema AI cinese. Negli ultimi due anni, la Cina
ha accelerato lo sviluppo di modelli AI di alto livello, sfidando la
superiorità tecnologica di OpenAI, Google e Meta. DeepSeek-R1, il
modello linguistico cinese che ha dimostrato capacità avanzate di
ragionamento rispetto ai prodotti di OpenAI, è stato il primo segnale di
questa inversione di tendenza. Manus rappresenta un ulteriore passo
avanti: non è solo un modello AI avanzato, ma un sistema di agenti
autonomi.
A dimostrazione della rapida crescita del settore AI in Cina, un recente
studio del Center for Strategic and International Studies (CSIS) di
Washington ha evidenziato come il divario tra Stati Uniti e Cina nello
sviluppo dell'intelligenza artificiale si sia ormai ridotto
drasticamente. Secondo il rapporto, è ormai "irrealistico aspettarsi un
vantaggio superiore a uno o due anni" per gli Stati Uniti, anche con le
ben note restrizioni sulle esportazioni di chip e tecnologie critiche.
Il rapporto del CSIS suggerisce che la Cina stia compensando i limiti
dell'industria domestica dei semiconduttori con investimenti strategici,
un forte supporto statale e collaborazioni nel settore open-source.
Anche il rapporto "State of AI: China – Q1 2025" di Artificial Analysis,
uscito all'inizio di quest'anno, evidenzia i rapidi progressi
dell'industria cinese dell'intelligenza artificiale, confermando come i
principali laboratori cinesi abbiano quasi colmato il divario rispetto
ai modelli di frontiera statunitensi. Negli ultimi mesi del 2024 diversi
modelli sviluppati in Cina, non solo DeepSeek R1 ma anche le soluzioni
di Alibaba, hanno raggiunto livelli di intelligenza paragonabili a
quelli dei modelli statunitensi. Inoltre, i modelli con capacità
avanzate di ragionamento, introdotti da OpenAI nel terzo trimestre del
2024, sono stati rapidamente replicati dai competitor cinesi.
Tuttavia, molti sono concordi nell'affermare come il futuro della
leadership cinese nel settore AI verta sulla capacità di risolvere i
limiti dell'industria domestica dei chip, ancora dipendente da fornitori
esteri per le tecnologie più complesse. Finora le restrizioni
statunitensi sull'esportazione di semiconduttori avanzati, pur limitando
la velocità di crescita di aziende come Huawei e SMIC, hanno
rallentato, senza però riuscire a fermarla, la spinta dell'ecosistema AI
cinese. Se la Cina riuscirà a superare questi ostacoli con innovazioni
alternative o con l'acquisizione di hardware critico attraverso canali
secondari, il vantaggio competitivo delle aziende occidentali nel
settore potrebbe ulteriormente ridursi nei prossimi anni.
L'impatto sul mercato del lavoro e sulla sicurezza aziendale
Parlando di agenti autonomi, è necessario tornare sull'impatto che tali
innovazioni avranno nel mondo del lavoro. L'introduzione di agenti AI
autonomi come Manus rischia di esacerbare le perplessità sul futuro
delle professioni e sulla forma che queste potrebbero prendere nei
prossimi decenni. Finora, l'AI è stata da molti percepita come
sostitutiva del lavoro umano, cosa che ha fatto emergere una narrativa
più bilanciata che descrive l'intelligenza artificiale come uno
strumento a supporto dei lavoratori. Manus, tuttavia, non sembra fatto
per affiancare tout-court il lavoratore, ma potrebbe arrivare a
sostituirlo in una vasta gamma di attività cognitive. Lo stesso si potrà
dire di altri agenti AI che arriveranno sul mercato in futuro. Ciò
potrebbe avere un impatto immediato su settori come customer service,
finanza, marketing e analisi dati, riducendo la necessità di operatori
umani.
Un impatto che non si vedrà tanto sotto forma di licenziamenti di massa,
tranne alcuni casi di alto profilo, quanto in una progressiva e meno
appariscente riduzione delle nuove assunzioni, rendendo il mercato del
lavoro più selettivo e competitivo. Il rischio di sostituzione non
riguarda solo le mansioni più ripetitive, ma anche compiti che fino a
oggi richiedevano un alto grado di competenza umana. Se Manus dimostrerà
di essere affidabile nel prendere decisioni complesse, molte aziende
potrebbero adottarlo per ottimizzare i processi decisionali, riducendo i
costi operativi e aumentando l'efficienza. Un'automazione che, se
applicata su larga scala, potrebbe portare a una riduzione della domanda
di lavoro qualificato, con conseguenze ancora difficili da prevedere.
Dal punto di vista della sicurezza, a fronte della maggiore autonomia
degli agenti e della supervisione umana sempre più ridotta, ci si
interroga su come dovrebbero essere gestiti gli inevitabili errori. Chi è
responsabile se un agente AI come Manus prende una decisione sbagliata
che provoca danni economici? Quali sono i protocolli per intervenire in
caso di malfunzionamenti? Il quadro normativo attuale, malgrado gli
sforzi, non è ancora sufficientemente pronto per affrontare questi
scenari. Le aziende che intendono adottare agenti AI autonomi dovranno
sviluppare nuove strategie di controllo e mitigazione del rischio,
ridefinendo i ruoli e le responsabilità all'interno delle
organizzazioni.
Dove si colloca davvero Manus nel panorama dell'AI?
Nonostante l'entusiasmo generato dal suo lancio, alcuni esperti
sollevano dubbi sulla reale capacità di Manus di mantenere le sue
promesse. I primi test condotti da utenti selezionati hanno evidenziato
problemi di stabilità e limiti nelle capacità decisionali. Inoltre, vale
la pena ribadire come Manus non sia un modello AI completamente nuovo,
bensì un sistema che si basa su tecnologie esistenti, rielaborate e
combinate in un'architettura multi-agente.
Un altro aspetto critico è la scalabilità. Il team dietro Manus ha
ammesso di aver sottovalutato la domanda, incontrando difficoltà nel
gestire l'elevato numero di richieste. Se l'infrastruttura cloud su cui
opera non sarà in grado di reggere il carico, il progetto potrebbe
incontrare ostacoli nel passaggio dalla fase di test all'adozione su
larga scala.
Infine, rimangono questioni aperte sulla trasparenza. Manus è un sistema
chiuso e non è chiaro quali dati utilizzi per le sue decisioni. A
differenza di DeepSeek, che ha rilasciato alcuni dei suoi modelli in
open source, Manus rimane sotto il controllo esclusivo del suo team di
sviluppo, sollevando dubbi sulla sicurezza e sulla protezione della
privacy.
Punto di svolta o solo un'anticipazione di ciò che verrà?
Manus potrebbe essere per l'AI autonoma quello che ChatGPT è stato per
l'AI generativa: una scossa capace di ridefinire percezioni e
prospettive. Così come l'AI generativa esisteva già prima di quel
fatidico 30 novembre 2022, data del rilascio di ChatGPT, gli agenti AI
non sono certo una novità. Finora, però, è mancato quel servizio che
concentrasse e raffinasse tali capacità in un'unica piattaforma
accessibile e concretamente utilizzabile su larga scala. Se riuscisse a
superare i limiti tecnici e infrastrutturali emersi nei primi test,
Manus potrebbe ambire a colmare questo vuoto, dimostrando il potenziale
reale degli agenti autonomi e accelerando la loro integrazione nei
processi aziendali e quotidiani.
Tuttavia, restano interrogativi cruciali: Manus riuscirà a mantenere le
sue promesse di autonomia e affidabilità su vasta scala? Saprà
affrontare le inevitabili barriere normative – soprattutto nei mercati
occidentali – che emergeranno non appena raggiungerà una notorietà
paragonabile a quella di DeepSeek? E, soprattutto, quale sarà l'impatto
di una tecnologia così avanzata sul mercato del lavoro e sulle
responsabilità aziendali?
Il Futuro dell'AI Autonoma
L'evoluzione dell'intelligenza artificiale verso l'autonomia è un trend
inevitabile e inarrestabile. Manus rappresenta solo l'inizio di una
nuova era in cui gli agenti AI non saranno più semplici strumenti di
supporto, ma veri e propri attori decisionali. Questo cambiamento
porterà con sé nuove sfide e opportunità, richiedendo un ripensamento
delle strategie aziendali, delle politiche del lavoro e delle normative
di sicurezza.
Le aziende dovranno adattarsi a questa nuova realtà, sviluppando
competenze interne per gestire e integrare agenti AI autonomi nei loro
processi. Allo stesso tempo, i governi dovranno lavorare per creare un
quadro normativo che bilanci innovazione e sicurezza, proteggendo i
lavoratori e garantendo che l'autonomia degli agenti AI non si traduca
in rischi incontrollati.
In conclusione, Manus è molto più di un semplice prodotto tecnologico; è
un simbolo del futuro dell'intelligenza artificiale, un futuro in cui
l'autonomia e la decisione saranno le parole chiave. Siamo solo
all'inizio di un viaggio che promette di trasformare radicalmente il
modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo con il mondo.
L'intelligenza artificiale autonoma è qui per restare, e Manus è solo il
primo passo verso un futuro ancora più intelligente e interconnesso.